Narrativa

 

Il ponte sul Rio Morto, pubblicato nel 2013, oltre ad avere uno stile molto scorrevole, è anche ricco di poesia non solo nel tono ma anche nella forma del “versus” che rende la scrittura narrativa piena di lirismo. La trama è coinvolgente e narra di un giovane contadino pugliese, che, quasi analfabeta, per circostanze sentimentali impreviste, scopre quanto sia importante saper leggere e scrivere. Questa scoperta lo conduce in una frenetica e sofferta ricerca della cultura. Ma proprio a causa di questa ricerca scopre che esiste un altro mondo: quello della fede. Le varie vicissitudini lo portano a Roma, dove vive una esperienza profondamente cristiana e contemplativa con i monaci benedettini del monastero di San Paolo fuori le mura: diventa prima novizio e poi chierico col nome di Don Ildebrando. Giunto al culmine della sua maturità culturale e di fede, in lui si riaffaccia il “vecchio” nome di Salvatore. Inizia una forte lotta interiore tra Don Ildebrando e Salvatore che lo porterà nuovamente nella terra di Puglia nei pressi del fiume della sua infanzia: Il ponte sul Rio Morto, là dove erano iniziati i suoi sogni e dove adesso desidera che si concludano…

 

 


 

Le orme e la memoria

“…Bisogna sognare non solo per i propri giorni, ma per i giorni dei figli dei nostri figli fino a quando su questa terra resterà un essere vivente. Ecco perché se ti rimane un sol giorno, una sola ora da vivere, in quel giorno, in quell’ora tu devi sognare un futuro per tutti coloro che verranno dopo di te…” Queste righe sono un breve estratto del racconto “Il monastero sul monte” tratto da Le orme e la memoria, pubblicato nel 2006. Si tratta di una raccolta di racconti scritti per richiamare e rivivere un passato che ha lasciato molte orme nel cuore dello scrittore. Racconti nati non dalla fantasia, ma dalla realtà della vita in cui gli incontri con le persone hanno, nel bene e nel male, significato qualcosa di importante nella vita e hanno lasciato tracce del loro passaggio.

 

 

 

 


 

Un prete per Noemi, romanzo pubblicato nel 2000. La lettura casuale di una pagina di un vecchio diario dedicato al tema della chiamata di Abramo riaccende prepotentemente in Loris il dilemma che tormenta la sua esistenza. Decide quindi di affrontare e approfondire tale questione scrivendo un romanzo. Egli narra di Ilario, un quarantenne contemplativo, inseparabile dal suo breviario, che decide di prendersi una vacanza in una isolata casa di montagna ospite della famiglia della vecchia e malata Noemi costretta da tempo in un letto. Nasce tra i due, complice la famiglia di lei, una reciproca confidenza che ha tutti i crismi di una vicendevole confessione ricca di intrecci e di suspense. Quel che verrà narrato nella confessione di Noemi resa a Ilario, è il vero nucleo del romanzo da cui prende il nome: Un prete per Noemi.

 

 

 

 


“Uno dice Roma e noi pensiamo subito al Papa e a San Pietro. Invece – scrive Sebastiano Nata in quarta di copertina – questo libro reportage ci racconta delle parrocchie di periferia: Settebagni, Pietralata, Torre Angela…Chiese con sacerdoti italiani e stranieri, pezzi della Città eterna dove il romanesco si mescola ad altre lingue. La vita e la fede di questo popolo di Dio, unico anche se siamo tutti diversi.”

In Preti di periferia, pubblicato nel 2011, ci sono domande e ci sono risposte sull’Anno Sacerdotale ma soprattutto c’è l’incontro dialogante e narrativo tra l’autore e sette parroci operanti nelle realtà più periferiche e più difficili della città di Roma.

 

 

 

 

 


Racconti sotto l’ulivo, uscito nel 1994, è un’affascinante raccolta di brevi racconti che narrano fatti realmente accaduti anche se rielaborati dalla fantasia dell’autore per meglio goderne i fatti descritti. I personaggi che si muovono nelle pagine del libro hanno, pur nella loro diversità di azioni e di situazioni, un fattore che li accomuna: le ragioni dell’anima. E’ dal mondo interiore, infatti, che l’azione trova la sua origine, la sua spinta.

 

 

 

 

 

 


Racconti dauni e poesie, stampato nel 1985 da Marra Editore, è una raccolta mista di racconti (aneddoti pugliesi) e di poesie in vernacolo ortese (Orta Nova, comune della provincia di Foggia). Nei racconti c’è il desiderio di ricordare e di trasmettere qualcosa della gente della piana del Tavoliere di Puglia a cui l’autore, che vive a Roma da moltissimi anni, è legato da un immaginario cordone ombelicale.  Sia nelle novelle che nelle poesie dialettali, si coglie un forte sentimento “rustico” di nostalgia della propria terra. Una maniera di raccontare, in chiaro scuro, l’esperienza contadina vissuta concretamente in prima persona. Una maniera letteraria di mantenere vivo nella memoria storie di gente semplice e genuina che nel silenzio e lontano dai clamori contribuisce al sostegno del paese Italia.

 

 

 

 

 


Questa antologia, da me curata, Racconti diversi, pubblicata nel 1986, è una raccolta di opere di autori iscritti alla Sezione Culturale CCRS della Banca Nazionale del Lavoro. E’ una silloge che si inserisce in quell’idea che vuole sviluppare la cultura del tempo libero all’interno del mondo del lavoro.